In questo post vorrei analizzare brevemente alcuni meccanismi che si attivano durante il processo di apprendimento.
Se si osservano i bambini quando ancora non sanno parlare, si noterà la loro predisposizione ad esplorare tutto quello che capita a tiro dei loro sensi. Si trovano in una fase di apprendimento particolarmente rapida. Le informazioni gli arrivano in una modalità che io definisco in parallelo, non sono costretti a sorbirsi la cronologia delle cose (storia), essi agiscono e reagiscono in una condizione senza tempo e priva di preconcetti. Il linguaggio verbale ancora non li ha potuti condizionare (programmare): vivono la realtà liberamente.
Quando cominciano a capire alcune parole, il che avviene prima che riescano a parlare, sono costretti a rallentare il loro modo di assimilare informazioni. Questo accade perché il linguaggio verbale ha senso (significato) solo in una direzione temporale (cronologia degli eventi) e le informazione sono trasmesse in una modalità da me definita seriale.
La loro attenzione è rivolta verso il volto di chi parla, ascoltano il suono della voce, osservano le labbra ed i gesti (linguaggio del corpo). Chi parla non trasmette solo il contenuto verbale ma anche altre informazioni (per esempio le variazioni del tono della voce, la mimica facciale, ecc.) che ottengono più attenzione da parte del bambino.
Finche il bambino non imparerà a leggere si noterà una discreta velocità nell’acquisire nuove cognizioni e capacità. Quando comincerà a frequentare la scuola il processo d’apprendimento subirà un rallentamento. Questo perché gli si insegneranno le cose in maniera artificiale. Difficilmente si potrà toccare o ascoltare l’oggetto di cui si parla nelle lezioni. La lettura diventa l’unica fonte di studio. Prima il bambino percepiva direttamente le informazioni e le confrontava personalmente con le sue esperienze precedenti. Questo dava completezza all’esperienza.
A scuola si sta seduti per ore in posizioni scomode che indeboliscono la spina dorsale, la lettura è troppo lenta come mezzo di crescita, quindi il bambino tanto intelligente quando era più piccolo, adesso si annoia non ha interesse per quello che studia. Questo disturba enormemente i processi di assimilazione, la maggior parte degli studenti si lamenta della scuola, di conseguenza si genera il tipo di mentalità che porterà alla specializzazione delle conoscenze (settorializzazione): poche cose a cui dedicare interesse.
Il linguaggio scritto deve essere necessariamente accompagnato da altre informazioni che stimolino ed attivino gli altri sensi.
Un esempio dell’inefficienza del linguaggio scritto e verbale:
siete un insegnante e dovete spiegare ai vostri allievi come è fatto lo scheletro umano. Cominciate con il dire che le ossa che lo compongono sono strutture variformi, leggere e particolarmente robuste. La struttura scheletrica è anche provvista di numerose articolazioni.
Nella parte alta dello scheletro c’è il cranio; ha forma ovoidale, ci sono dei fori in corrispondenza della posizione degli occhi, del naso e della bocca.
Potreste continuare con centinaia di parole descrivendo le mani i piedi, il funzionamento e i tipi di articolazione. Tutte queste informazioni raggiungono l’utente una dietro l’altra (trasmissione seriale). Quindi prima che si riesca a fare un’immagine mentale dello scheletro lo studente deve aspettare che finiate la vostra descrizione. Se la trasmissione delle informazioni fosse di tipo parallelo, in un tempo nettamente inferiore egli apprenderebbe in maniera molto più efficace l’idea di scheletro (vedi fig. 1).
Questo è un esempio lampante del potere della mente; saper usare i meccanismi giusti (come in questo caso) dovrebbe essere una scelta primaria della didattica diffusa nelle scuole, la quale invece è fossilizzata su metodiche innaturali e limitanti per la nostra mente.
Esse derivano dai secoli passati, quando non era possibile riprodurre immagini e suoni. Anche se oggi abbiamo libri con immagini e sempre più scuole utilizzano materiali audiovisivi, questi non sono sufficienti ad accelerare il processo di apprendimento. La civiltà è soggetta a molti più stimoli. Occorre trovare le giuste motivazioni per attivare l’interesse e le emozioni associate.
Pensate ad una lezione di storia fatta con un film. Colori, suoni ed immagini in movimento, se accompagnate da una trama interessante (che stimoli le emozioni) coinvolgerebbero gli studenti che imparerebbero in due ore qualcosa che li avrebbe costretti a studiare a casa per giorni.
Spesso è più importante l’insegnante di ciò che insegna.
Amando sperimentare in primo luogo su me stessa metodi mirati ad un progressivo benessere soprattutto privi di controindicazioni ed effetti collaterali,cercando di metterli in pratica da tempo ma,soprattutto,cominciando ad ottenere qualche piccolo-grande risultato:mi sento di poter condividere pienamente l'assunto,di complimentarmi con Stefano per il coraggioso tentativo di diffondere dei principi tanto preziosi quanto accessibili e di impegnarmi,se cosa gradita,a collaborare in tale intento con estrema umilta',consapevolezza e tutti i mezzi di cui dispongo(anche continuando a fare da 'cavia'se necessario).BRAVO!
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